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Istia d'Ombrone è una località del comune di Grosseto, situata a circa 10 km a est del capoluogo.
Nel territorio che si sviluppa attorno al centro di Istia d'Ombrone sono stati rinvenuti reperti riconducibili ad un antico insediamento abitativo di epoca etrusca nella località di Poggio Cavallo.
Anche in epoca romana l'area risultava abitata, come testimoniano alcuni materali edilizi riutilizzati in epoche successive per la costruzione delle mura di Istia d'Ombrone; in quel periodo vi era anche una rete viaria che attraversava il territorio mettendolo in comunicazione con il Lago Prile e con l'entroterra.
Il centro di Istia d'Ombrone sorse invece come insediamento fortificato lungo la Valle dell'Ombrone e fu possesso dall'862 dei vescovi di Roselle, che vi ebbero diritti feudali con il titolo di conti e vi stabilirono una residenza. Passò in seguito alla famiglia Aldobrandeschi, divenendo nel 1226 un libero Comune con l'approvazione del relativo statuto; nel 1274 fu assegnato alla Contea di Santa Fiora al momento della spartizione dei beni e dei territori controllati dalla famiglia Aldobrandeschi. In epoca medievale il centro divenne anche sede di una residenza vescovile, dopo il passaggio della diocesi da Roselle a Grosseto.
Nel corso del Trecento passò sotto il controllo dei Senesi, subendo un gravissimo calo demografico tra il 1331 e il 1353, anche a causa della diffusione della Yersinia pestis che avvenne proprio nella parte finale di quel periodo. Nel Quattrocento Istia era divenuto un feudo della famiglia Piccolomini, pur continuando a mantenere lo status di libero Comune ed avendo un ampio grado di autonomia all'interno della Repubblica di Siena.
A seguito della definitiva caduta politica di Siena, Istia d'Ombrone entrò a far parte del Granducato di Toscana poco dopo la metà del Cinquecento. In seguito vi fu un altro calo demografico che venne arginato soltanto del corso del Settecento, a seguito dell'inizio delle opere di bonifica volute dai Lorena.
Durante la seconda guerra mondiale, il 22 marzo 1944 vi si perpetrò nelle vicine campagne l'eccidio di Maiano Lavacchio; il processo sommario fu tenuto nella scuola di Istia d'Ombrone appositamente sgombrata

la Chiesa di San Salvatore







La Chiesa di San Salvatore si trova nel centro storico.
La chiesa fu costruita nel corso del XII secolo ma, nelle epoche successive, ha subito una serie di interventi di ristrutturazione. Tra questi, sono da segnalare i restauri avvenuti in più riprese tra la fine del Trecento e il Quattrocento, che hanno conferito in larga parte l'aspetto attuale all'edificio religioso.
Infine, nella prima metà del secolo scorso, venne completamente rifatta la facciata in stile neoromanico.
La Chiesa di San Salvatore a Istia d'Ombrone si caratterizza per le strutture murarie completamente rivestite in laterizio; il campanile a torre, con base a scarpa, è situato all'estremità posteriore sinistra e si presenta interamente intonacato.
La facciata si presenta a capanna, il portale centrale, preceduto da una coppia di gradini, è munito di architrave in travertino e sormontato da un arco a tutto sesto poggiante su una cordonatura che attraversa trasversalmente l'intera parete; sopra di esso, si apre un oculo. Da ciascuna delle due sommità laterali della facciata si eleva un pinnacolo poggiante su un contrafforte angolare. Nella parte bassa a sinistra, è inserito uno stemma gentilizio.
L'interno, a navata unica, è illuminato da 4 monofore con arco a tutto sesto e custodisce alcune pregevoli opere d'arte.
Tra esse, spiccano una statua lignea in noce di inizio Quattrocento di Domenico di Niccolò raffigurante la Madonna in trono col Bambino, una tavola rinascimentale di Giovanni di Paolo raffigurante la Madonna col Bambino, una tavola del 1528 di Vincenzo Tamagni raffigurante l'Incontro di Sant'Anna e San Gioacchino alla Porta Aurea.
Tra le altre opere, sono da segnalare un frammento di affresco tardomedievale, un capitello coevo riutilizzato come acquasantiera, una tela seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino e santi e un Crocifisso ligneo del Settecento dietro l'altare maggiore.